di Massimo Raffaeli
[Questo articolo è apparso sul “manifesto” del 4/5/18.]
Angela Felice, mancata a Udine il 2 maggio, era una umanista nel senso più compiuto perché associava la cultura rigorosa a una passione che decenni di lavoro e di impegni istituzionali (dal 2009 era direttrice del Centro Studi “Pier Paolo Pasolini” di Casarsa della Delizia) non avevano in niente scalfito. Il suo sorriso, la sua eleganza, il profilo mitteleuropeo davano infatti una speciale luminosità alla tenacia e al suo grande fervore organizzativo. A lungo docente liceale, Angela Felice lascia una cospicua bibliografia critica, dalla Introduzione a D’Annunzio (Laterza 1991) a numerose monografie teatrali, tra cui L’attrice Marchesa, uno studio su Adelaide Ristori edito da Marsilio nel 2006. E proprio il teatro era stato il suo amore primordiale, come testimonia non soltanto una longeva attività di critica militante al “Gazzettino” ma l’impegno diretto sia nel “Palio studentesco udinese” (una vera couche, una forgia di giovani talenti) sia nella direzione del Teatro Club di Udine.
Al Centro Studi “Pasolini” aveva infine trasferito tutto lo spessore di una ormai raggiunta maturità e qui la affiancavano alcuni sodali e intellettuali di rango, quali per esempio i cineasti Piero Colussi e Luciano De Giusti. A pensare oggi il lavoro di Angela è chiaro come suo scopo fosse non tanto propagare quanto letteralmente intramare la figura e il lascito di Pasolini: di qui il costante rapporto con altre istituzioni come la Cineteca di Bologna o il “Premio Volponi” (memorabile nel 2015 un seminario su Pasolini e Volponi curato da lei e Giuseppe Buondonno) e di qui l’ospitalità a Casarsa per grandi artisti, scrittori, teatranti, fotografi (Angela aveva un debole per l’irresistibile simpatia di Mario Dondero), convenuti nel ricordo e/o nel segno dell’autore delle Ceneri di Gramsci.
Di particolare importanza i convegni monografici, a cadenza annuale, programmati dal 2011 sui rapporti di Pasolini con la televisione, il teatro, la pedagogia, i dialetti, il giornalismo, i cui Atti sono pubblicati da Marsilio nei Quaderni del Centro Studi (e l’ultimo si intitola Lo scrittore al tempo di Pasolini e oggi, 2017): lì suo merito specifico, si direbbe maieutico, è di avere invitato e avvalorato studiosi della generazione successiva a quella dei pasoliniani storici, fra i numerosi altri Marco A. Bazzocchi, Andrea Cortellessa, Roberto Carnero, Filippo La Porta, Roberto Chiesi e Antonio Tricomi al quale ultimo Angela Felice ha affidato la preazione al libro che sentiva più suo e che oggi non può non apparire un testamento, L’utopia di Pasolini (Bottega Errante 2017). In margine a un convegno, lo scorso novembre, per il programma “Le Meraviglie” di Radio3, davanti alla chiesetta di Versuta che li aveva ispirati si prestò a leggere in friulano i versi fondativi delle Poesie a Casarsa, “Fontana d’acqua del mio paese…”: la sua voce aveva la limpidezza di quell’acqua e, ancora una volta, del suo stesso sorriso.