La geopolitica della città contemporanea
Secondo una definizione diffusa, la geopolitica è la disciplina che studia i rapporti tra le popolazioni, quindi anche tra le nazioni e gli Stati, e “le rivalità di diversi tipi di potere su dei territori” (Yves Lacoste): non avrebbe perciò nulla a che fare con la città e i suoi problemi tradizionalmente intesi. Ma la città contemporanea ha subìto una gigantesca trasformazione. Tutto sommato, almeno fino al Seicento, tra la città europea e la polis greca si poteva osservare una continuità: dall’antichità, passando per il Medioevo, fino alla prima modernità e al processo di industrializzazione, non si nota un salto così grande. Oggi invece, se si pensa a ciò che era la città europea ancora tra Ottocento e Novecento, le differenze sono enormi. A livello planetario c’è stato il passaggio dalla metropoli alla megalopoli (particolarmente in Asia e nei paesi dell’America latina). La forma informe della città contemporanea la fa assomigliare sempre di più a un insieme di territori sui quali, e intorno ai quali, è in atto una contesa permanente. È questo che permette di parlare di una sua geopolitica. Mutano così i termini, nelle stesse vecchie città europee, di che cosa possa significare oggi “diritto alla città” da parte dei cittadini.
Rino Genovese, filosofo e saggista, presidente della Fondazione per la Critica Sociale, responsabile scientifico della collana “La critica sociale” per le edizioni Rosenberg & Sellier. Tra le sue pubblicazioni: Convivenze difficili, Occidente tra declino e utopia (Feltrinelli 2005), Trattato dei vincoli. Conoscenza, comunicazione, potere (Cronopio 2009), Un illuminismo autocritico. La tribù occidentale e il caos planetario (Rosenberg & Sellier 2013), L’altro Occidente. Dall’Avana a Buenos Aires (Manifestolibri 2014).