Dall’11 settembre 2001 – e, più indietro, dalla caduta del Muro di Berlino nel 1989 – l’Occidente sembra avere smarrito il suo posto e il suo significato nel mondo. Sotto il trauma del cosiddetto terrorismo internazionale si è cacciato in guerre infinite, senza potersi neppure più presentare come il baluardo della libertà e della democrazia. La crescita strabiliante della Cina e degli altri paesi emergenti lo priva in prospettiva della stessa supremazia economica, e i mutamenti politici in atto nel mondo arabo-musulmano non gli offrono alcuna sponda sicura.
Il libro analizza la situazione contemporanea con strumenti insieme filosofici e sociologici. Prende atto dell’impasse dell’universalismo illuministico, accettando come inevitabile la mescolanza dei tempi storici e delle culture, e assumendo perciò il caos planetario come l’autentico nome da dare alla «globalizzazione». Approfondisce la linea di pensiero dell’autocritica dell’illuminismo (da Nietzsche a Foucault), fino alla proposta di un impegno scettico che modifichi lo sguardo con cui l’Occidente osserva se stesso. Inoltre, attraverso la ripresa su nuove basi di una teoria sociale critica, allude a uno statuto dell’utopia che la sottragga al discredito riversatole addosso dai tragici esperimenti novecenteschi. L’autore costruisce attorno a tali punti il proprio programma intellettuale, espresso anche da questa collana editoriale in cui il volume è inserito. Rinnovata rispetto alla prima edizione del 1995, che aveva per titolo La tribù occidentale, l’opera mette alla prova le sue tesi a distanza di quasi vent’anni in una sorta di bilancio teorico autobiografico.
Rino Genovese, filosofo, è ricercatore alla Normale di Pisa. Fa parte della direzione della rivista “Il Ponte” e del comitato editoriale del quadrimestrale di teoria sociale “La società degli individui”. Tra i suoi libri, Gli attrezzi del filosofo. Difesa del relativismo e altre incursioni (2008); Trattato dei vincoli. Conoscenza, comunicazione, potere (2009); Che cos’è il berlusconismo. La democrazia deformata e il caso italiano (2011); Il destino dell’intellettuale (2013).